13 gennaio 2013

Molto per caso e fortunatamente ieri sera Corto Maltese ed io ci siamo ritrovati a vedere La rosa bianca-Sophie Scholl. Se il titolo del film in tedesco non mi aveva interpellato, sin dalle prime battute del film ho capito di cosa si trattava. La Rosa Bianca, forse l'unica vera forma di resistenza intellettuale a cui il Nazionalsocialismo dovette far fronte in patria. Un gruppo benorganizzato, verrebbe da pensare. No. Un gruppetto di studenti ribelli e coraggiosi che pagarono con la vita il fatto di aver distribuito qualche volantino. Mi ricordo che all'università, durante il mio corso di laurea in lingua tedesca, dedicammo molto spazio alla Rosa Bianca. Non perchè riuscirono a cambiare qualcosa, siamo chiari. Purtroppo non cambiarono proprio nulla, ma per il rispetto che la nostra generazione deve a questi ventenni che non esitarono a mettere la propria vita in pericolo per  difendere la libertà e la pace. E' difficile spiegare quello che provo, quando mi confronto alla vita e sopratutto alla morte di questi ragazzi. Morte orribile e ingiusta. Terribilmente ingiusta. Penso a cosa devono aver provato, nei loro ultimi attimi di vita. Forse si erano pentiti. Forse pensarono che non ne era valsa la pena. O forse fino all'ultimo credettero a quello che stavano facendo. Penso che se non possiamo più fare niente per loro, quantomeno è nostro dovere  sapere chi erano e per quali ideali morirono. Il famoso Dovere Della Memoria, come diceva Primo Levi. Erinnerungspflicht, in tedesco stesso. Oggi come oggi se avessi una figlia la chiamerei Sophie. Veramente.
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1 commento:

danske ha detto...

io se avessi un figlio oggi lo chiamerei LeBron. Veramente.