25 gennaio 2011

Testa di rapa. Testae di rapae. Testae di rapae. Testam di rapam. Testa di rapa. Testa di rapa. Testa di rapa. Testarum di raparum. Testis di rapis. Testas di rapas. Testae di rapae. Testis di rapis. Di quando aborro  gente che assolutamente non mi ha fatto niente. Un paio di anni fa andavo a lezione di linguistica e c'era una ragazza americana che si sedeva sempre vicino a me. Veniva dalla California e parlava piano piano piano e quando le chiedevi qualcosa si esprimeva sempre a mezze risposte che contenevano mezze verità. Non era bella. Ma nemmeno brutta. Aveva un cognome che non mi suonava né inglese, né francese, né nessuna altra cosa riconoscibile. Si vestiva in modo anonimo e casto. Aveva dei lunghi capelli castani né lisci né ricci. E soprattutto aveva una faccina dolcissima, con le lentiggini. Studiava sempre le cose mano a mano, sapeva a memoria tutte le date degli esami, ogni giorno aveva qualcosa di noioso da fare dopo le lezioni. In breve tempo ne fui ossessionata. Andai a cercare il suo cognome su internet, per poi scoprire che era un cognome messicano e che significava "nobile". La signorina nobile era molto gentile con me ma c'era qualcosa in lei che non mi convinceva. Agli occhi di tutti era una santarellina ma a me non la dava a bere. Un pomeriggio dovevamo fotocopiare lo stesso ciclostilato e allora andammo insieme in copisteria all'università. Finite le fotocopie, bisognava riportare l'originale alla professoressa, che aspettava in un altro edificio, a un centinaio di metri di distanza. Fuori pioveva tantissimo. Mi ricorderò per sempre che arrivate all'uscita lei mi disse: puoi riportarlo tu alla professoressa? Io devo prendere la metro per andare a… bla bla una delle sue attività da brava massaia. Non c'è problema, dissi un po’ scaxxata. Non che fosse un grande sforzo, ma perché me li dovevo fare io i 100 m a piedi sotto la pioggia battente? Ebbi la conferma che costei era un' opportunista. Si. Per così poco. Se fossimo state al Grande Fratello avrei urlato dandole della falsa e l'avrei nominata. Durante tutto il tragitto pensai che da quel momento in poi non le avrei mai più rivolto la parola. E anche che adesso volevo anche la conferma che non era poi tanto santa come voleva far credere. Benedetto Facebook. Foto di lei ammiccante, con le spalle scoperte, foto di lei allo specchio, fatte con il telefonino. Diffidate di quelle che sorridono sempre senza mai scoprire i denti. Avevo ragione. La signorina nobile messicana era anche una gatta morta. Come è chiaro sono ancora ossessionata da questa persona. Ce l'ho su Facebook e non la posso vedere e la vorrei cancellare ogni due giorni ma non la cancellerò mai perché ogni tanto guardo le sue foto scuotendo la testa e penso "maledetta stronza, prima o poi scoprirò cosa nascondi"
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2 commenti:

Birra e sentimenti ha detto...

Ciao! interessante il tuo blog e soprattutto il tuo modo di scrivere ;)

Anonimo ha detto...

ma pensa te che fissa.....