Lui era lí all'improvviso a strusciarsi sulle mie gambe e non sapevo come comportarmi. Era la prima volta. Io non ho confidenza con i gatti. Non ne ho mai avuti e non ci ho mai visto niente di buono. Eppure erano le 11 stasera e stendevo delle lenzuola verdi. Verdi verdi. E mi perdevo nei miei pensieri di tristezza. Nostalgia. Intorno a me poche finestre ancora gialle. Nel nostro piccolo cortile lui era lí. Spuntato da chissà dove. E completamente nero. Silenzioso da manuale. E bisognoso di contatto. Come me. Come mi avesse letto nel pensiero. Si. Sono triste. E succedono sempre cose che me le ricordo in serate che effettivamente mi devo ricordare. Che a certe cose ci ho pensato troppo e ad altre troppo poco. Tra istinto e ragione. Cuore e passione. Ho combinato qualche guaio ultimamente. Ho trovato scritto sul mio piede mi è tutto indifferente. Citazione. Quante ore del giorno passo sovrappensiero? Quante cose faccio che poi rimuovo? Ma mi dispiace. Non buttiamoci via. Oppure. Fa che non sia colpa mia.
3 commenti:
Era venuto per strapparti ai tuoi pensieri forse... mi ricorda quella volta in cui anche io, pensierosa perché triste, sedevo in un parco tutta sola quando una foglia mi si è posata su una mano. Come se l'albero mi avesse chiamato. Una scena da film, insomma, o da anime.
Comunque non credo che tutto ti sia indifferente, dato che ci pensi così tanto e così forte... :)
Un abbraccio.
Che bella scena... un albero sensibile, come quello di Candy Candy.
Giuro. Stavo per farmi i codini coi fiocchi rossi e infilarmi un vestito a quadretti.
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